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sabato 23 maggio 2015

Lattato... chi era costui?




Primo articolo.
Siamo quasi emozionati.
Un inizio in punta di piedi, quasi timido, con un argomento per nulla scontato e che, sicuramente, in futuro verrà trattato con maggior attenzione e in maniere più profonda. Per adesso ci limitiamo ad una piccola introduzione, così, per rompere il ghiaccio ...



Lattato … Chi era costui?


Parafrasando il Don Abbondio Manzoniano, cerchiamo di introdurre e rendere comprensibile un argomento spigoloso, difficile, ma sicuramente affascinante che, immancabilmente, fa capolino nelle discussioni tra sportivi, subendo le più inimmaginabili definizioni, le più fantasiose interpretazioni ed attribuendogli ogni qualsivoglia dolore (ho le gambe piene di lattato … a chi non è capitato dirlo o sentirlo dire anche a giorni di distanza dalla prestazione?). 
Vediamo come stanno le cose, presentando al pubblico una figura mitica, dai contorni mistici, tutti sanno che c’è senza chiedersi o meno della sua esistenza,  nessuno l’ha mai vista ed in pochi sanno a cosa serve (una professione di fede, insomma); signori e signore ecco a voi Ms. Soglia Anaerobica!!!!

Soglia Anaerobica

Questo non è un trattato di fisiologia, non ci soffermeremo troppo su questo argomento che da solo vale già la scrittura di un libro.

Possiamo dire che storicamente la S.A. viene definita come la zona di passaggio tra la prestazione coperta dal metabolismo energetico aerobico a quella in cui interviene anche quello anaerobico lattacido. In linea di massima la situazione così esposta è piuttosto comprensibile ed evidenzia un parametro ben delineato e di fondamentale importanza. Le cose, però, non stanno proprio così. Conosciamo quella che viene definita  “Compartecipazione Energetica”, di come cioè i metabolismi energetici che intervengono per far funzionare la macchina umana (aerobico, anaerobico alattacido, anaerobico lattacido) collaborino sempre alla produzione di ATP (e quindi, indirettamente, di energia) per il movimento, quindi questa “barriera” così netta non ci convince molto. Negli anni numerosi studiosi si sono prodigati nell’indagare questo parametro, con presupposti teorici e metodi di analisi diversi: si sono evidenziati meccanismi funzionali (ventilatori, cardiaci) ed ematici (lattato, pH …) ognuno con il proprio protocollo di valutazione (soglia ventilatoria, soglia lattacida (4 mMol), velocità di soglia, OBLA-Onset Blood Lactate Accumulation, ecc …), mentre altri hanno identificato una zona di transizione aerobica-anaerobica in un processo integrato d’equilibrio tra la velocità di diffusione del lattato nel sangue e la sua rimozione (MaxLaSS – Massimo Lattato allo Stato Stazionario o Steady State).  Questa definizione è quella che ci sembra più opportuno considerare. Praticamente, in condizione che possiamo considerare completamente aerobiche (una passeggiata tranquilla sul lungomare), tutto l’acido lattico che si forma nei muscoli e viene ceduto al sangue viene rimosso da quest’ultimo e ceduto ad altri organi e tessuti; questo avviene allo stesso passo della produzione, in modo da non far aumentare il livello assoluto di lattato nel sangue. Se aumenta lo sforzo, la velocità di produzione e di accumulo dell’acido lattico aumenta, ma con essa aumenta anche la velocità di rimozione, che permette di mantenere un relativo equilibrio tra le due fasi. Se l’intensità dello sforzo aumenta ulteriormente, raggiunto un certo limite, la capacità di rimozione arriva ad un suo tetto massimo, al quale l’accumulo e la rimozione di lattato sono ancora in equilibrio. Questo limite corrisponde al MLSS (Massimo Lattato in Steady State), cioè alla vera e propria soglia anaerobica. Andando oltre, la velocità di produzione supererà inesorabilmente quella di rimozione, determinando un progressivo accumulo di acido lattico nel sangue fino a disturbare, ad “intossicare” la contrazione muscolare rendendo inevitabile una diminuzione di intensità dello sforzo.
Ovviamente tutto ciò non è standardizzabile, ma deve essere applicato alla varibilità umana, in tutte le declinazioni vogliamo definirla.
L'abilità del preparatore atletico (o Athletic Trainer, come preferiamo noi) sta proprio nell'ottimizzare questo parametro per ogni sportivo e, quando necessario, indagarlo, ma senza, a nostro avviso, renderlo un  dato fondamentale sul quale costruire tutto il programma di allenamento. Ritorneremo in altri articoli su come costruire un programma di preparazione atletico/sportiva efficace, funzionale, moderno e scientifico.


Acido lattico vs lattato


Una precisazione. L’acido lattico ed il lattato sono composti chimici diversi. L’acido lattico è un acido con formula chimica bruta C3H6O3. Il lattato è un qualunque sale dell’acido lattico. Quando l’acido lattico rilascia H+ (ione idrogeno), il composto restante si unisce con Na+ o K+ (ione sodio o ione potassio) per formare un sale. La glicolisi anaerobica produce acido lattico, che però si dissocia velocemente, formando un sale, il lattato. Per questo motivo, anche se commettendo una imprecisione, i due termini sono spesso utilizzati come sinonimi.
SL.A.

Fonti consultate:

Alimentazione nello sport - Katch-Katch-McArdle - Casa editrice Ambrosiana 2001
Metodologia della preparazione fisica - Gollin - Elika editrice 2014
Progettare l’allenamento sportivo - Gollin-Vona - Libreria Cortina Edizioni 2004
Fisiologia dell’esercizio fisico e dello sport - Wilmore-Costill - CalzettiMariucci Editori 2005
Fisiologia umana - Alloatti et. Al. - Edi Ermes 2002
Fondamenti di biochimica dell’esercizio fisico - Houston - CalzettiMariucci Editori 2008
Triathlon- D'Amen-Benelli - CalzettiMariucci Editori 2002
Dalla parte del ciclismo - Bonarrigo-Sassi - Sperling & Kupfer Editori 2004
L'immagine è tratta da wikipedia.org
 

domenica 17 maggio 2015

Un Nuovo Inizio



Il cambiamento è il motore evolutivo dell'uomo. Dunque cambio, senza nessun rimpianto o timore. Saluto il mio vecchio blog Run&Motion, sul quale non scriverò più, dando vita a questa nuova avventura, un viaggio nella scienza, in quello che sono i miei interessi, il mio lavoro, la mia vita, insomma.
Non lo sa ancora, ma a questo lavoro collaborerà anche Marina. Il nome è quello di un nostro sogno, StileLibero Academy, un contenitore multidisciplinare dove poter aiutare a crescere chi vorrà entrarvi.
Di cosa parleremo?
Scienza dell'allenamento, della nutrizione, filosofia dell'allenamento e della nutrizione, recupero funzionale, allenamento mentale, sport, escursionismo, educazione motoria, educazione alimentare, ricette, programmi di allenamento ... 
Il tutto nella nostra visione: non si insegna ciò che si sa o che si crede di sapere. Si insegna e si può insegnare solo quello che si è (J.J.).
Buona lettura
SL.A.
Fede